aumento delle rette Francesco Colombo risponde

Spett direzione,

le scrivo in merito all’articolo pubblicato sul vostro giornale martedì
10/08 in cui si risaltava l’inaugurazione del nuovo CDD dopo anni di
vicisittudini.

I genitori dei ragazzi che frequentano il CDD non nascondono la loro
Soddisfazione per l’aperture del centro diurno.

Restando nel campo della disabilità desidero portare all’attenzione un
altro aspetto che riguarda tutte le famiglie che hanno figli che
frequentano i centri diurni sia CDD, CSE, SFA. ed è la questione delle
rette.

Per le famiglie che frequentano i CSE hanno già ricevuto una lettera in
cui si comunica che da settembre la retta passa da 70 euro attuali alle
100 euro mensili per poi passare col tempo a 150 ed in seguito a 200 euro.

E’ chiara la preoccupazione delle famiglie che io stesso ho potuto
ascoltare essendo volontario dell’ Ass. Il Grappolo in quanto mi occupo
della programmazione dei trasporti del Grappolo.

Mi chiedo se questo aumento è stato deciso solo per cercare di appianare
i costi credo che la strada imboccata sia la più sbagliata.

Innanzitutto chiedo a chi ha deciso questi aumenti in base a quali
criteri sono stati stabiliti, perchè ho l’impressione che tali decisione
sono state prese senza tener conto di una norma legislativa ben precisa
che si chiama ISE.

O i nostri amministratori ignorano tale norma, oppure hanno fatto
orecchie da mercante, in ogni caso hanno commesso un grave errore.

Le famiglie dei disabili non chiedono che tutto sia gratuito ma di
pagare il giusto.

Come stabilire il costo delle rette?

Chi deve pagare?

In che misura pagare?

In base a che cosa pagare?

Ricordo che dopo l’entrata in vigore della nuova ISE il 1° Giugno 2016 i
comuni dovevano stilare un nuovo regolamento basandosi nientemeno che
sull’ISE.

I 26 comuni credo che siano in grado di emanare un nuovo regolamento
uguale per tutti avendo nelle loro amministrazione laureati come
avvocati, laureati in economia in grado di scrivere le nuove norme.

Faccio presente che i disabili fossero in possesso di beni di qualsiasi
genere non è che le amministrazioni possano attaccare tali beni perche
oltre tutto i nostri ragazzi devono mangiare, vestirsi e altro.

Parecchi comuni hanno già fatto regolamenti in proposto attenendosi
alle norme, altri maldestri hanno emanato regolamenti a spanne
clamorosamente bocciati dal TAR come già accaduto.

Ho letto in proposito che chiederanno all’ ANCI, chiedano a chi vogliono
ma le norme devono scriverle loro non l’ANCI.

Grazie

Cordiali saluti

Francesco Colombo

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